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L'Amor di virtù ( 1548) della suora domenicana Beatrice del Sera, cugina e contemporanea di Michelangelo Buonarroti, è una drammatizzazione in versi del Filocolo di Boccaccio fatta per il teatro delle monache di S. Niccolò a Prato. La del Sera propone una lettura spirituale della vicenda amorosa dei due protagonisti della storia, tuttavia sottolineando gli aspetti umani e specialmente la psicologia degli amanti. Come il suo modello boccacciano, ma in modo del tutto diverso ed originale, la suora scrittrice infonde l'opera di uno spiccante autobiografismo offrendo un ritratto spirituale e psicologico di sé e una rara prospettiva sulla condizione della donna dei suoi tempi. Inserisce nella commedia una polemica contro la monacazione forzata e qualsiasi soggezione ed isolamento delle donne, mentre riafferma la sua fede in Dio e la speranza che le privazioni di questa vita le guadagneranno una felicità eterna. Questa edizione porta alia luce per la prima volta forse il massimo esemplare di una tradizione teatrale oggi del tutto sconosciuta che fiorì dentro le mura dei monasteri femminili in Toscana (e altrove) dal XVI al XVIII secolo; ci apre uno spiraglio sul mondo appartato di tante donne finora dimenticate dalla Storia.